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Il ponte di Roana

Il ponte di Roana (foto: Roberto Costa Ebech

Il ponte di Roana (foto: Roberto Costa Ebech)

Il problema del collegamento tra Canone e Roana superando la Val d’Assa occupò a lungo il dibattito pubblico sul finire dell’Ottocento, e portò alla stesura e all’approvazione del progetto di un nuovo ponte (dell’ing. Aurelio Slaviero) nel 1894. L’inizio dei lavori però tardava, a causa degli attriti fra i due paesi, e così il 14 agosto del 1895 una folla di donne roanesi guidate dalla Togna Turca (la “cimbrica donna” citata in un’iscrizione sul ponte, che Mario descrive come “bella donnanera di capelli e con gli occhi azzurri, vivace e dalla lingua sciolta”) raggiunse il municipio, ubicato come oggi a Canove, e lo tenne sotto assedio. Vivacissima la cronaca ricostruita da Rigoni Stern da alcune cronache dell’epoca: “Le guardie e i soldati facevano barriera ma le donne li travolsero. I soldati tornarono alla carica e la Togna cominciò a bestemmiare e imprecare come un diavolo all’inferno; sciolse il giubbarello fino allo stomaco e disse: “Tirate dentro in questo petto”. Davanti a quel bianco splendore i soldati rimasero abbacinati, lei si sedette sulla sedia del presidente dicendo: “Fuori da qui; qui comandiamo noi, questo palazzo è nostro””. La settimana successiva il Comune diede le garanzie che l’opera si sarebbe presto avviata, e in effetti i lavori iniziarono, nel 1896, ma furono molto travagliati e durarono fino al 1906. Il ponte era lungo 135 metri, con un’altezza massima di 80, e costò all’epoca mezzo milione di lire.

Esso rimase però in attività solo un decennio, perché il 22 maggio del 1916 le truppe italiane in ritirata per la pressione della Strafexpedition lo fecero saltare. Gli austriaci lo ripristinarono parzialmente, ma si dovette attendere il 1923 per la definitiva ricostruzione: il ponte, in cemento armato a tre arcate, venne inaugurato il 24 settembre dal Duce.

Alcuni aviatori (per primo Arturo Ferrarin nel 1915) sono passati sotto le sue arcate col loro aereo.

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