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Val d’Assa
“Tra le pietre, gli archi rotti, e pezzi di scala, e bilichi vide anche frantumi di campane. Ne raccolse uno. Era pesante e con fregi di fusione. Suo padre stette un po’ soprappensiero, poi si fece dare il pezzo, lo soppesò, e lo fissò come se dentro quel bronzo ci fosse da leggere qualcosa: “Pensa” disse infine al figlio, “sono state fuse a Verona e per salire da noi non c’era ancora la strada. Sono passati cento anni. Hanno fatto una strada apposta lungo la Val d’Assa, la Clockenbech, ed era commissario imperiale un certo Angelo, nostro compaesano”.
“Per andare a Roana bisognava scendere e poi risalire la valle dell’Ass poiché il ponte per la cui costruzione si era tanto epicamente battuta la Togna Turca, era stato fatto saltare nel maggio del Sedici al fine di rendere più difficile la strada all’invasore”.
Da “L’anno della vittoria”
IL CONTESTO
L’ambientazione di questi due brani è la Val d’Assa, che – come un piccolo canyon – originando dalla Piana di Vezzena attraversa per 25 km la parte ovest dell’altopiano, dividendo in due il comune di Roana, costeggiando Rotzo e infine confluendo nella Valle dell’Astico. Nel primo brano la famiglia Schenal è appena tornata ad Asiago dal profugato, e si aggira sconsolata assieme agli altri compaesani sull’enorme cumulo di macerie in cui è ridotto l’abitato. Nel secondo alcuni uomini di Asiago raggiungono Roana per un comizio di un esponente socialista, percorrendo la vecchia strada che scendeva a fondo valle, e che a partire dal 1906 era stata soppiantata dalla costruzione del nuovo ponte (riaperto solo nel 1924).
IL PERCORSO
L’itinerario principale (sentiero 801 del Cai) è di grande interesse paesaggistico e archeologico, grazie alla presenza di alcune grotte in cui sono stati ritrovati resti di animali preistorici, e di migliaia di incisioni rupestri di varie epoche (le più antiche hanno 3.500 anni), concentrate soprattutto sulle pareti verticali del versante sinistro, a fondo valle. La Val d’Assa, per molti mesi linea di demarcazione tra i due eserciti nemici, fu teatro di aspre battaglie tra il 1916 e il 1918, di cui rimangono parecchie tracce (Cima Tre Pezzi).
I siti delle incisioni si possono raggiungere indifferentemente da Roana, imboccando la mulattiera che inizia nella curva della provinciale per Asiago a 400 metri dal centro del paese, oppure da Canove, tramite la vecchia carrareccia che inizia a pochi metri dalla chiesa (sentiero 801). In entrambi i casi la discesa (circa 200 m. di dislivello) prende mezz’ora; una volta a fondo valle si risale il greto del torrente e si supera l’area didattica, fino a raggiungere in una decina di minuti la zona dei graffiti del Tunkelbal (bosco scuro), che si può visitare solo con una guida, previo contatto con la Pro Loco di Canove (0424.692035 – 692282).
Tornando indietro in direzione Canove, a 150 metri dal fondovalle si imbocca la mulattiera a destra che scende verso sant’Antönle (m. 775), dove il percorso risale rapidamente, con due possibili deviazioni verso Canove (contrada Ambrosini), oppure verso la Romita (altra interessante zona di incisioni); proseguendo nel bosco lungo la valle si raggiunge quindi il Bisele e, aggirata Cima Tre Pezzi, ci si immette nella strada sterrata della valle del Ghelpack. Risalendo, sulla destra si trova il ripido sentiero che scende alla Leute Kubala (Grotta del Popolo, spettacolare, ma solo per escursionisti esperti) e poi la suggestiva sporgenza naturale denominata Schaff Kugela (Riparo dei pastori).
Poco dopo si raggiunge il ponte sul Ghelpach, sulla strada provinciale, attraversato il quale si può proseguire a piedi fino a Canove attraversando le contrade Holla e Busi (tot. ore 3.50, escluse le visite).
Il percorso delle campane invece, che raggiungeva l’Altopiano dalla Val d’Astico e superava Rotzo e Roana, al Laghetto imbocca la strada del Giamolo e dopo circa 250 metri scende verso la valle con un ripido sentiero che attraversa una suggestiva faggeta; scendendo brevemente nel letto accidentato del torrente si incrocia a sinistra la strada che risale comodamente all’attuale provinciale per Trento a nord della Tagliata (v. itinerario Dosso-Manazzo), dove si dovrebbe lasciare una macchina d’appoggio.