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Osteria al Termine

L'osteria all'Antico Termine

L’osteria all’Antico Termine

“Che silenzio ora! È il momento in cui il bosco intorno fa sentire il sospiro del vento che muove i rami in attesa della neve.

Quella notte, quando l’oste e la moglie avranno abbandonato l’Osteria, dall’ampio sottotetto, dalle stanze disadorne, dai corridoi e anche da strade che partono da lontano, gli spiriti si ritroveranno davanti al focolare – è sempre quello da secoli, l’unico manufatto rimasto dopo guerre e incendi! – dov’è acceso il fuoco che non si consuma; come non si consuma il petrolio che alimenta la lampada, e il vino e la grappa, il pane e il formaggio.

Le sedie di legno con il fondo di paglia verranno occupate da chi primo arriva accanto al fuoco. Potrà capitare che il feldmaresciallo barone Franz Conrad von Hötzendorf si segga sulla pietra del focolare e il contrabbandiere Tönle nella comoda sedia, che Musil rimanga in piedi appoggiato alla cornice di marmo, il generale conte Luigi Cadorna accanto a Tönle, e Barba Matìo, così, per abitudine piacevole, curi il fuoco e la sua pipetta. Parleranno della vita trascorsa, dei fatti grandi e di molte altre cose. Tutti, chi più chi meno, hanno avuto rapporti con questa Osteria di confine”.

Da “Sentieri sotto la neve”, “Osteria di confine”

 

IL CONTESTO

La piana di Vezzena con vista sullo Spitz Verle

La piana di Vezzena con vista sullo Spitz Verle

L’alta Val d’Assa è il principale collegamento fra l’Altopiano e il Trentino, e per secoli il “Termine” non fu solo il confine tra due regioni (due stati, tra il 1866 e la Grande guerra, l’Italia e l’Impero austroungarico), ma la prima porta che si apriva verso il mondo germanico.

Rigoni Stern ricorda, in questo e altri racconti, come in “Amore di confine”, che dove adesso c’è l’Osteria già durante la peste del 1631 venne costruito un ricovero in tronchi per la Guardia sanitaria che controllava chi entrava nel territorio dei Sette Comuni, e che qui si diedero convegno nel 1848 i patrioti anti-asburgici.

Il Termine (dov’è ambientato anche lo splendido racconto “Un Natale del 1945”) fu anche la tappa obbligata dei tanti emigranti stagionali che dall’Altopiano raggiungevano le altre terre dell’Impero in cerca di lavoro. Lo scrittore lo ricorda anche in “Storia di Tönle”: “Ormai erano in tanti che andavano a lavorare fuori dai confini dello Stato; partivano in primavera, a gruppi, con gli arnesi del mestiere dentro la carriola e a piedi si avviavano per l’Asstal e il Menador fino a Trento, dove chi aveva i soldi poteva prendere anche la strada ferrata. A volte, a questi gruppi si accompagnavano anche dei ragazzi che appena avevano terminato la scuola elementare, e al confine del Termine le guardie dell’una e dell’altra parte li lasciavano passare senza alcuna formalità…”

Nell’osteria, già sede dei Comandi italiani, soggiornarono dopo la Strafexpedition gli imperatori Francesco Giuseppe e Carlo I d’Asburgo nelle loro visite al fronte durante la guerra ’15-’18, e nei dintorni combatterono anche Fritz Lang (a cui lo scrittore fa incontrare Tönle sulla via del profugato), Robert Musil e Fritz Weber.

Nel racconto Rigoni Stern immagina un convegno di spiriti, illustri o meno, reali o letterari, lì raccolti in serrate discussioni sulla storia, sulle guerre e le sofferenze dei popoli: ad essi si unirà anche, in un sogno futuro, lo stesso autore…

 

IL PERCORSO

L’Osteria si trova in una radura, al km 35 della provinciale 349, a 12 chilometri da Camporovere e 5 da Passo Vezzena. È aperta da Pasqua ai primi di novembre, offre un menù di piatti casalinghi a prezzi popolari. Nelle vicinanze c’è un cimitero di guerra, e di fronte all’osteria scorre il torrente Assa, che nasce nella vicina, soleggiata Piana di Vezzena: questo è il luogo ideale per la pratica dello sci da fondo, e punto di partenza per la visita ai forti Verle (m. 1.504, immortalato nelle pagine di Fritz Weber e Luis Trenker) e Spitz Verle (m. 1.908), da dove si gode una vista spettacolare sui laghi di Levico e Caldonazzo e su buona parte dell’Altopiano.

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