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Monte Ortigara /2
“Un giorno di maggio del 1920 tre ragazzi salirono verso l’Ortigara per il Sentiero del Civeron prima e per il Passo di Val Caldiera poi. Arrivati dove il sentiero lascia i precipizi della Valsugana per immettersi sull’Altipiano, davanti ai loro occhi si presentò una orrenda visione: tra le rocce giallastre e sbriciolate, tra lenzuola di neve sporca, tra reticolati aggrovigliati a perdita d’occhio, resti di trincee e di postazioni, caverne, brandelli di divise, elmetti sfondati, scarpe, armi rotte, gavette, zaini, maschere antigas, munizioni di ogni tipo, barattoli, casse, schegge di bombe d’ogni calibro, stavano sotto il cielo primaverile centinaia e centinaia di cadaveri in decomposizione, scheletri, teschi, membra umane, ossa. E non un filo d’erba, non un fiore, non il canto di un uccello”.
Da “Amore di confine”, “Il mortaio del primotenente Hans Stiegland”
IL CONTESTO
In questo racconto lo scrittore ricostruisce le vicende della guerra e dell’immediato dopoguerra dall’altra parte del fronte, il Trentino austro-ungarico, con l’esodo e poi il ritorno delle popolazioni, e le ferite del conflitto non ancora rimarginate: i giovani protagonisti risalgono le scoscese e panoramiche pareti nord della Valsugana alla ricerca di qualche cannone abbandonato da calare in paese per ricavarne le campane della loro chiesa, requisite dall’esercito imperiale durante la guerra per trarne delle armi. L’immane devastazione che si para davanti ai loro occhi rievoca altre vivide e intense descrizioni presenti nell’opera dello scrittore, in particolare il Monte Zebio o la distruzione di Asiago ne “L’anno della vittoria”.
IL PERCORSO
Il Sentiero della Caldiera descritto nel racconto può costituire la parte iniziale (prima parte dell’itinerario 206 del CAI) di una variante (poco frequentata ma spettacolare dal punto di vista panoramico e naturalistico, con qualche passaggio per escursionisti esperti) per il rientro dalla Cima dell’Ortigara al piazzale Lozze. Imboccato il sentiero 206 in direzione ovest dal Cippo Austriaco si scende rapidamente verso la Valsugana lasciando a sinistra il Passo di Val Caldiera, fino a incrociare a quota 1.970, pochi metri prima del Ricovero De Medo, il sentiero non segnato che taglia in direzione est il versante nord dell’Ortigara; imboccatolo, si incontra dopo meno di un chilometro un pittoresco cimitero militare austriaco a picco sulla Valsugana, quindi proseguendo verso est si risale (con una difficile erta finale) fino al Passo dell’Agnella (m. 2.008, fortificazioni austriache) e qui si incontra il sentiero 840 che si dirige verso sud, passa per il Baito Ortigara e ritrova il percorso di andata; poco prima del baito si può deviare verso est lungo il sentiero 841 che porta prima al Pozzo della Scala e poi a Cima della Caldiera (m. 2.124), infine scende lungo facile strada militare fino al piazzale Lozze.