L’aeroporto
“Vennero abbattute le case della contrada Micheloni, la cascina del Genio, il Caseificio Cooperativo; poi si misero a spianare il terreno e a ridurre la pendenza trasportando migliaia di metri cubi di terra e ghiaia con carrelli della decauville spinti a braccia (…)
Molti vecchi, anche dal paese, durante il giorno andavano ad osservare quei frenetici lavori e scuotevano la testa tra loro dicendo che bel campo di patate avrebbe potuto essere tutto quel piano ribaltato sottosopra, da far mangiare un anno centomila persone; o anche una bellissima malga dove caricare centocinquanta vacche da latte”.
Da “Le stagioni di Giacomo”
IL CONTESTO
Nel romanzo, Rigoni Stern, prima di raccontare la realizzazione dell’aeroporto, ubicato più o meno a metà strada fra la sua casa in Val Giardini e il centro di Asiago, ricorda i precedenti del volo a vela sull’altopiano, che portarono anche all’organizzazione di un raduno nel 1924, nel corso del quale venne battuto il 1º record nazionale di durata con aeroplano privo di motore. “Si sapeva e si raccontava – scrive lo scrittore – che nel 1915 nei prati della contrada Sbanz c’erano gli aeroplani, e che proprio da lì il vate Gabriele d’Annunzio era volato fin sopra Trento per lanciare dal cielo una bandiera tricolore; anche dal Sisemol, dopo che li avevano trainati su con i muli, avevano lanciato gli alianti con le corde elastiche. Erano venuti persino dalla Germania”.
IL LUOGO
Inaugurato nel 1936, dedicato a Romeo Sartori, aviatore di Canove medaglia d’argento nella prima guerra mondiale e asso del volo acrobatico, l’aeroporto è l’unico in Italia sopra i 1000 metri. Dotato di due piste, una d’asfalto da 1120 metri e una d’erba di 1100, è aperto al traffico dal lunedì al venerdì con preavviso minimo di 6 ore, sabato e domenica dalle 9 alle 19 senza limitazioni. Lo scalo è aperto anche all’attività del volo VDS (con aerei ultraleggeri) dietro specifica autorizzazione da richiedere con modulo scaricabile dal sito www.aeroportoasiago.it/
Tel/fax 0424.465845
Nel lato sud della pista, alla contrada Ebene, si può vedere un antico forno da pane, di cui
Rigoni Stern si è occupato a più riprese (“Cari Compagni – scriveva in una lettera all’Anpi del
2007 – , sì, compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino “cum panis” che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane”).
Si può raggiungere con un bel sentiero bordato da stoan platten che sale al Col del sole da contrada Cinque.