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Barental

 Il baito del Törle

Il baito del Törle

“Dal Billeraut, prendo la pista del Barental, dentro per il bosco lungo una vecchia strada (…) Ogni pochi metri trovo un ricordo. Dalla Luka si poteva vedere il nostro paese, ora il bosco ha chiuso il paesaggio, ma io lo vedo come allora. Dopo una piccola salita ecco il Chiosco Luka dove, dopo la Prima Guerra Mondiale, in una radura, alla domenica si ballava e si beveva la birra. E lì si possono ancora vedere le profonde trincee dove nel 1918 c’erano i soldati inglesi. Più avanti, sulla destra, incontriamo i resti di un ospedaletto da campo e, dopo, la piccola discesa del Metarust; qui, all’ombra di un grande abete bianco, sostavano i boscaioli. Dopo circa tre chilometri dalla partenza troviamo il cimitero degli Inglesi dove la neve sulla grande croce di pietra e sulle lapidi dà infinito senso di pace. E, più avanti, la Madonnetta che ricorda un nostro compagno che nel secolo scorso venne travolto e ucciso dal legname che stava caricando sul carro. Alla Pria dell’Acqua ci sono i cippi di due partigiani caduti in combattimento nel settembre 1944; la dolce salita della Fornasa ricorda il luogo dove si cuocevano le pietre per ricavare la calce. Si sale fino al bivio del Sentiero dei Partigiani, e poi, con lievi e brevi curve, si giunge al piccolo rifugio del Croisle per boscaioli e viandanti: sopra la porta ha inciso nella pietra DATUR HORA QUIETI (ti sia concesso di riposare).

Da qui, alzandoci ancora un poco, si arriva alla Langabisa e ci si può congiungere con le piste provenienti da Cesuna, o ritornare per la Kaberlaba, o per il Törle”.

Da La Gazzetta dello sport del 24 gennaio 1997

 

IL CONTESTO

Rigoni Stern frequentava questi luoghi fin da ragazzo, spingendosi, in primavera con amici e amiche, fino ai pascoli di Granezza a raccogliere narcisi; d’estate invece vi raccoglieva la legna nei boschi del Comune, e d’autunno vi andava a caccia.

Al ritorno dalla guerra, d’inverno, a volte vi si recava anche di notte, percorrendo lunghi tratti con gli sci in cerca della serenità perduta, a contatto con i boschi e la natura.

Questi boschi sono percorsi dal giovane protagonista de “L’anno della vittoria” (e successivamente dalla sua famiglia) nei racconti strazianti dei primi ritorni al paese distrutto, alla fine della guerra, e ancora nell’episodio della gita al Prà del Giglio di Giacomo e Irene ne “Le stagioni di Giacomo”.

 

IL PERCORSO

L’imbocco della strada del Barental

L’imbocco della strada del Barental

Ideale per la mountain bike, oltre che per lo sci da fondo, ma la parte centrale del percorso è anche percorribile in auto; si parte dall’incrocio sulla Statale per Bassano, circa un chilometro dopo l’ospedale e prima del Campo da Golf. Dopo meno di 300 metri, dove la strada curva a sinistra, procedendo dritti ci si innesta nel percorso della Rogazione, che prima porta alla suggestiva radura del Lazzaretto, e da qui alla località Pöslen (vedi itinerario) e al Kaberlaba. Nel percorso descritto da Rigoni Stern si prosegue invece per la strada principale per circa 2 chilometri e mezzo (superando il cimitero inglese) fino al bivio della Pria dell’Acqua, e da qui (lasciando a sinistra la strada verso Granezza, vedi itinerario delle Mazze) si prosegue dritti verso i baiti Törle e Boscon, da cui si raggiungono facilmente Cesuna o Canove. Dal Törle si può imboccare una strada chiusa alle auto che conduce (circa 1,5 km) all’interessante Museo dell’acqua e al Kaberlaba. Mario amava percorrere la strada del Barental d’inverno con gli sci da fondo, e poi rifarla al contrario “perché la discesa è dolce, dentro un bosco da sogno, senza difficoltà”.

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