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L’ultima partita a carte
Einaudi, 2002.
L’opera è nata su sollecitazione di Roberto Cerati, che aveva ascoltato una conferenza di Rigoni Stern alla Fondazione Cini, a Venezia dal titolo “Precipitare la fine, anticipare l’inizio: Succisa virescit”, con lo specifico intento di raccontare sinteticamente, rileggendolo alla luce del tempo trascorso, tutto quanto narrato distesamente nella sua precedente produzione letteraria sulla sua esperienza di ragazzo nella Seconda guerra mondiale.
Rielaborando appunti, documenti, con uno sguardo ai libri di storia e uno alle sue memorie di alpino, l’autore ci restituisce un libro denso, e “doloroso”: non solo per le memorie che rievoca, ma per la paura di un presente che dimentica troppo in fretta. Rileggendolo “questo libro mi ha portato anche dispetto e dolore – scrisse Mario nella premessa alla prima edizione – e tristezza nel vedere come vanno oggi le cose sulla terra”.