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La quercia di Gadda e gli scrittori di Guerra

La "quercia" di Gadda

La “quercia” di Gadda

Si tratta in realtà di un enorme faggio, che si può vedere anche lungo la strada 349 che porta da Treschè a Canove, e che secondo la tradizione venne piantato quando giunse sull’Altopiano la notizia della scoperta dell’America. Per raggiungerlo bisogna percorrere per circa 500 metri una stradina privata che si imbocca a sinistra prima della quarta curva della statale, meno di un km dopo il Museo dei Cuchi. Prima del bellissimo poggio con l’albero, “il pispigliante mercato dei passeri”, sotto le cui fronde si tramanda vi fosse la postazione di artiglieria di Emilio Gadda, si incontra Malga Colpi e il gigantesco frassino che la affianca.

Gadda fu solo uno dei numerosi scrittori che combatterono (e scrissero) sull’Altopiano durante la Grande Guerra, ai quali Rigoni Stern dedicò l’importante antologia “1915-1918 La guerra sugli Altipiani”, edita dalla Neri Pozza per la Banca Popolare di Vicenza. Egli scelse pagine indimenticabili dagli scrittori più diversi – dagli amati Lussu e Monelli a Frescura e Salsa, letti di nascosto da ragazzo sottraendoli alla biblioteca paterna, da Giani Stuparich a un anonimo alpino sul Pasubio, da Weber a Musil – sempre nell’ottica di far vedere “dal di dentro” cosa fu quel conflitto, e quali effetti esso ebbe sulla vita e sulla psiche degli uomini che lo subirono.

Tutti questi scrittori, e anche quelli che sarebbero venuti dopo di loro (Meneghello per tutti), hanno fatto dell’Altopiano un paesaggio letterario ante-litteram, come osserva Claudio Rigon, autore de “I fogli del capitano Michel”: un luogo in cui si catalizzano esperienze vissute (anche altrove) grazie alle caratteristiche del territorio stesso, a cui ci si accosta salendo e addentrandovisi, fino ad averne un’esperienza profonda, e da cui si riparte con un ricordo indelebile.

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