Palazzo della Reggenza
La Federazione dei Sette Comuni era governata da un consiglio (Reggenza) composto da 14 consiglieri (due per ogni comune), chiamati Reggenti. Ad Asiago, sul lato nord del Duomo, c’era la sede del Palazzo della Reggenza, poi demolito dai bombardamenti della Prima Guerra. «Opera d’arte era il modo di vivere e la libertà difesa giorno per giorno – scrive Mario Rigoni Stern – Dicevano ed avevano scritto: Slege un Lusaan, Genewe un Wüsche, Ghelle, Rotz, Rowaan: dise saint Siben, Alte Komeun, Prüdere Liben (Asiago e Lusiana – Enego e Foza – Gallio, Rotzo, Roana: Questi sono i Sette Antichi Comuni, Fratelli Cari)». L’ottavo comune, Conco, all’epoca faceva ancora parte di Lusiana. «Il bene del popolo è il bene della Reggenza e il bene della Reggenza è il bene del popolo» era il loro motto.
Progettando la ricostruzione del paese si decise di riedificare il palazzo nel lato est della piazza, affidandone la progettazione al veneziano Vittorio Invernizzi. Iniziati il 6 luglio del 1924 i lavori si conclusero cinque anni dopo. Sulla Torre Campanaria fu scolpito il leone di San Marco, presente nel gonfalone donato alla Reggenza dalla Serenissima, e sulla facciata occidentale vennero realizzati in mosaico gli stemmi dei 7 Comuni.
Ora il palazzo ospita il Municipio di Asiago. Al suo interno sono esposti quattro pannelli dipinti del pittore veneziano Alessandro Pomi che rappresentano l’atto di dedizione della Reggenza a Venezia e le attività tradizionali dell’Altopiano. La Sala Consiliare è arricchita da 12 bassorilievi in legno, opera dell’artista locale Giovanni Forte Tanasio, che rappresentano i 12 mesi. In alcune teche si conservano il gonfalone civico, quello della Reggenza (XVII sec.) ed alcuni effetti personali di Cristiano Lobbia, garibaldino, ingegnere e integerrimo deputato del Regno d’Italia di cui denunciò i primi scandali.