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I forti

Forte Interrotto (foto: Roberto Costa Ebech).

Forte Interrotto (foto: Roberto Costa Ebech).

Il sistema di fortificazioni realizzato negli anni antecedenti lo scoppio della Prima Guerra mondiale costituisce, assieme alla rete di trincee e camminamenti in fase di recupero, il retaggio più immediatamente visibile del conflitto, e la base dell’Ecomuseo all’aperto della Grande Guerra. Visitare i forti ha però valenze non solo storiche, ma anche paesaggistiche, visto che la maggior parte di essi si trova nei luoghi più panoramici dell’Altopiano, a strapiombo sulle valli dell’Astico, dell’Assa o del Brenta.

In totale nel territorio altopianese sono quattro le fortificazioni italiane “maggiori”, più lo spettacolare ma militarmente secondario Forte Interrotto, a cui si contrapponevano altrettante fortificazioni austriache, attualmente in territorio trentino: partendo da ovest si segnalano il Corbin (nel territorio di Roana), il Campolongo (Rotzo), il Verena (Roana) e il Lisser (Enego), e – fra gli austriaci – il Belvedere (Lavarone), il Luserna (nell’omonimo Comune), il Verle e lo Spitz Verle (nella piana di Vezzena). Ad onta dei copiosi investimenti e delle grandi risorse profuse, la funzione militare di queste opere belliche (soprattutto da parte italiana) si esaurì rapidamente, poco dopo lo scoppio della guerra, a causa dei massicci bombardamenti delle più potenti batterie nemiche e dell’arretramento della linea del fronte italiano determinata dalla Strafexpedition.

Clicca sui numeri per leggere gli approfondimenti sui forti:

1) Forte Corbin; 2) Forte Campolongo; 3) Forte Verena; 4) Forte Lisser; 5) Forte interrottto.

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