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17-18 giugno – Premio Rigoni Stern per la Letteratura multilingue delle Alpi

Il Premio Rigoni Stern per la Letteratura multilingue delle Alpi si sdoppia: si svolgerà infatti sabato 17 e domenica 18 tra Venezia e Asiago, rispettivamente a Palazzo Labia e a Malga Porta Manazzo, cara allo scrittore.

Sabato la premiazione si aprirà alle 17 col saluto delle autorità e la lectio magistralis di Eraldo Affinati, curatore del Meridiano Mondadori su Rigoni Stern. Seguirà un intermezzo musicale a cura della Fondazione musicale Omizzolo – Peruzzi, quindi le interviste ai vincitori.

Il giorno dopo a Porta Manazzo si ripresenteranno i vincitori, seguiranno un intervento musicale del gruppo La vecchia mitraglia e un pranzo montanaro. Presentazioni di Sergio Frigo.

 

premio mario rigoni sternEcco i due premiati e i segnalati della giuria, composta da Ilvo Diamanti, Maria Paola Filippi, Mario Isnenghi, Daniele Jalla e Paolo Rumiz:

– “La guerra verticale” di DIEGO LEONI (Einaudi) costituisce l’esito solido e intenso di un lucido e appassionato itinerario. “Uomini, animali e macchine sul fronte di montagna 1915-1918”, spicca anche per originalità e varietà di approcci alla quotidianità della guerra (la flora, la fauna) nel panorama delle opere uscite in occasione dell’anniversario. Il libro di Leoni è l’esatto contrario dell’occasionale e dell’effimero.

– “La via di Schenèr” di MATTEO MELCHIORRE (Marsilio) presenta una grande originalità di scrittura che trasforma il dato storico documentario in una narrazione appassionata pur nel rigoroso rispetto della fattualità. Un passo montano ai più sconosciuto e i suoi abitanti riacquistano vita emergendo dalle carte polverose degli archivi. La presenza in testo dell’autore, discreto e ironico, assicura un perfetto equilibrio di affabulazione e realismo a un mondo di confine, metafora del quotidiano di ciascuno.

Menzioni per:

“Le temps suspendu. De la Noël à l’Épiphanie”
di ALEXIS BÉTEMPS, Priuli & Verlucca
“Le temps suspendu. De la Noël à l’Épiphanie” di ALEXIS BÉTEMPS si segnala per il filtro rigoroso dell’approccio etnografico che non impedisce di riconoscere il legame profondo e diretto con quel “tempo sospeso” fra il Natale e l’Epifania, ricordato e narrato con la partecipata attenzione dell’autore.

“Le otto montagne”
di PAOLO COGNETTI, Einaudi
In “Le otto montagne” di PAOLO COGNETTI l’ambiente delle cime del cittadino Pietro emerge al plurale attraverso una limpida e vibrante narrazione del rapporto che egli stabilisce con il suo doppio di montagna, Bruno.

“Di roccia di neve di piombo”
di ANDREA NICOLUSSI GOLO, Priuli & Verlucca
“Di roccia di neve di piombo” di Andrea Nicolussi Golo si segnala per una scrittura nervosa e a tratti sincopata che crea uno stretto e inusuale legame fra fabbrica e montagna, fra impegno politico e tensione in roccia.

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